martedì 24 novembre 2009

REINCARNAZIONE -CAMERON - IL BIMBO CHE RICORDA LA VITA PRECEDENTE - VOYAGER

GLASGOW
All’asilo disegnava una casa bianca, davanti al mare; a sua madre chiedeva che fine avesse fatto il cane maculato e la macchina nera. Eppure Cameron Macaulay, classe 2001, vive a Clydebank, vicino a Glasgow, dalla finestra della sua stanza vede i tetti di mattoni rossi e, soprattutto, nessun cane maculato è mai circolato per casa, tanto meno una macchina nera è mai stata parcheggiata in garage.

Lontani chilometri dalla terra dell’Induismo e del Buddhismo, la vicenda dello scozzese reincarnato, è già diventata un documentario per la Tv. Certo non ha nulla a che vedere con il misticismo di Osel Hita Torres, il bambino spagnolo ritenuto la reincarnazione di un Lama, che fu accompagnato dal padre tra i monaci buddhisti tibetani nelle montagne del Buthan, e che ispirò il «Piccolo Buddha» di Bertolucci. Eppure è destinata a restare negli annali delle reincarnazioni post-moderne. D’altronde, se lo stesso Osel ora vive a Ibiza e per il compleanno ha chiesto una moto nuova, il Dalai Lama in persona ha spiazzato il mondo l’estate scorsa proponendo di cercare il successore tra la comunità monastica in esilio. Altro che tra i reincarnati. Ritornando in Scozia, la storia di Cameron, il bambino con il caschetto biondo e gli occhi azzurri inizia nel 2003. «Aveva tre anni - spiega la madre, Norma - quando si mise a raccontarmi le storie dei suoi compagni di Barra, un’isola a 300 chilometri di distanza». E non era che l’inizio. «Parlava dei suoi fratelli, dei capelli lunghi e castani di sua madre che gli leggeva un grande libro su Dio e di come suo padre, un certo Shane Robertson, fosse morto investito sulle strisce pedonali. Ero sconvolta». Norma ha i capelli rossi, non è religiosa, è una mamma single, e può contare solo su Martin, il fratello maggiore di un anno di Cameron.

Il tempo passa, il bambino cresce e la sua fantasia si colora di dettagli. «Non devi temere la morte - diceva alla madre - perché si ritorna: mi chiamavo Cameron anche prima». Dopo la filosofia si dedica alla rassegna della vita quotidiana. «Iniziò a lamentarsi perché nell’altra casa aveva tre bagni, mentre noi ne abbiamo solo uno». E poi perché «nell’altra vita trascorreva i pomeriggi giocando sulla scogliera dietro casa e perché con l’altra famiglia viaggiava molto, mentre noi non siamo mai usciti dalla Scozia». La mamma, i parenti e le maestre resistono fino al sesto compleanno, quando Cameron inizia a piangere perché, diceva, «gli mancava la sua famiglia di Barra». E, soprattutto, quando Norma scopre che una casa di produzione cinematografica è alla ricerca di storie di reincarnati.

È lì che la mamma 42enne decide di fare le valige e di portarlo a Cockleshell Bay, nell’Isola di Barra. Con al seguito una telecamera e Jim Tucker, il direttore della clinica di psichiatria infantile alla Virginia University, esperto in reincarnazioni. «Dopo qualche giro abbiamo trovato la casa bianca, sul mare, con i famosi 3 bagni». A quel punto anche lo psicologo ha avuto un sobbalzo. «Nel 70% dei casi - spiega Tucker - i bambini ricordano morti avvenute in circostanze non naturali, incidenti o episodi traumatici». Occasioni in cui, secondo l’esperto, memoria ed emozioni sopravvivono. «La morte improvvisa del padre è stato un trauma per Cameron - commenta Tucker -. E questo suggerisce che la sua coscienza non è un prodotto del cervello, ma piuttosto un’entità distinta, capace di sopravvivere anche dopo la morte del corpo».

Scetticismo a parte, l’effetto sorpresa nel documentario è stato garantito. «Cameron era raggiante - racconta la madre -. Trovò l’entrata segreta della casa che tante volte aveva disegnato e mi disse quanto fosse ansioso di presentarmi alla sua famiglia». Membri di cui, però, non si trova traccia. La casa era abbandonata e all’anagrafe non è stato trovato nessun Shane Robertson. Si è risaliti a un certo Robertson, vissuto nella casa bianca tempo addietro e poi trasferitosi a Stirling. «Cameron guardò le foto di famiglia e riconobbe il cane maculato e la grande macchina nera di cui tanto aveva parlato». Certo non si è messo a parlare in perfetto dialetto Danzhou come fece nel 1979 Tang Jiangshan, bambino cinese della provincia di Hainan, che a soli 3 anni disse alla madre di chiamarsi Chen Mingdao, di essere figlio di Sandie, di abitare a 160 chilometri di distanza e di essere stato ucciso durante la Rivoluzione Culturale Cinese da un colpo di pistola. Compiuti i 6 anni i genitori lo portarono nel villaggio dei racconti e senza batter ciglio, Tang entrò nella casa del padre, riconobbe le sorelle, la fidanzata e iniziò a conversare come se fosse sempre vissuto lì.

Cameron si è accontentato di aver visto la casa sul mare con un’entrata segreta e alcune foto di un cane maculato e di una macchina nera. Risolto il mistero, si è rilassato ed è tornato a Clydebank insieme alle telecamere della troupe. Lo psicologo, invece, è volato alla clinica in Virginia con una storia in più da analizzare: «Da quando abbiamo aperto il sito - dice - sono più di 100 i casi simili a quello di Cameron».








domenica 15 novembre 2009

I CENTO PASSI DI DANIELE


DANIELE, DUE ANNI
250 MILA EURO PER SALVARLO



Una famiglia scopre che i soldi per la ricerca non ci sono più.
Un bimbo felice, una corsa contro il tempo. E’ l’unico caso al mondo:due genitori lottano, su Internet,perché viva.

http://www.danieleamanti.it
http://danieleblog.spazioblog.it








Un universo in gran parte sconosciuto quello delle malattie rare. Che però
coinvolge una persona ogni duemila abitanti:
troppo poche perché diventi un problema
nazionale, troppe a fronte delle risorse
investite per i farmaci o la creazione di centri
di eccellenza. Sono 435 le patologie
ufficialmente censite, contro le circa 8000
esistenti. Una cifra sottostimata, secondo
l’Istituto superiore di sanità, anche perché
sette regioni italiane non hanno ancora
fornito i propri dati.
Anche i nomi delle patologie sono per addetti
ai lavori: tra quelle censite, le più frequenti per
gli adulti sono i difetti ereditari della
coagulazione (6000 casi), le connettività
indifferenziate (4000 casi), le anemie ereditarie
(3000 circa) e la sclerosi laterale amiotrofica
(circa 2.400 casi).
Diverso è il caso dei bambini, che sono
soggetti per il 27% a malformazioni congenite,
per il 22% a patologie ematologiche, e poi
ancora a gravi problemi neurocutanei.

I CENTO PASSI DI DANIELE


Ha 2 anni: una distrofia rarissima lo sfiancherà
Per salvarlo serve la ricerca. Ma l’Italia è al palo

di Luca Telese

Il giorno in cui i medici gli hanno
dato la notizia, la prima reazione
di Fabio Amanti è stata un gesto.
Un movimento quasi automatico.
E’ difficile raccontarlo, il dolore
dei padri: spesso non ha parole. Lui,
quando ha ricevuto la notizia è rimasto
impietrito. Poi si è tolto l’orolo -
gio, lento, e non se lo è più rimesso:
“Da allora il tempo è diventato nemico,
e la salvezza di Daniele è una lotta
contro il tempo. Ecco perché non potevo
più guardare le lancette girare
spensierate sul quadrante”.
Bambini a passo di danza.Fabio ed
Eliana sono i genitori di Daniele. E
quella mattina del 9 febbraio 2008
hanno avuto la certezza che loro figlio
era malato. Affetto da un male raro:
anzi, l’unico caso noto (al mondo)
di una particolare forma di mutazione
che causa la distrofia muscolare di
Duchenne. In Italia 5 mila persone
combattono contro questa malattia e
la sua forma meno violenta, la distrofia
di Becker. I muscoli di questi bambini
(i sintomi si manifestano fra i 2 e i
4 anni) sono attaccati progressivamente:
si cammina con sempre maggiore
difficoltà, prima o poi si finisce
in sedia a rotelle, finché – uno ad uno
– vengono intaccati gli organismi vitali.
Alla fine, quando la distrofia progredisce
allo stadio finale, tocca
all’apparato respiratorio: diaframma,
muscoli intercostali, cuore. La prima
cosa che vogliamo raccontarvi, in
fondo, è semplice: Daniele non ha ancora
3 anni e ha bisogno di 250 mila
e u ro .
Per ora, però cammina sorridente. Solo
se lo guardi con attenzione noti
un’andatura strana, quasi un passo di
danza. E’ un movimento elegante,
persino: in realtà Daniele forza i talloni
per stare in equilibrio. Ma ha ragione
suo padre, è una lotta contro il
tempo: in uno qualsiasi di questi giorni,
il male potrebbe farlo precipitare
nel tunnel della distrofia. Eppure la
storia che vi racconto non è una melensa
esercitazione, un apologo di
buoni e lacrimevoli sentimenti. E’ la
storia di una battaglia difficile e bella
iniziata proprio davanti a quel verdetto,
in quella stanza in cui le lancette
hanno smesso di girare, nel punto in
cui molti altri avrebbero gettato la
spugna. E’ la storia di due genitori
normali, che vivono del loro stipendio:
Fabio ha un negozio di computer,
Eliana è architetto, un mutuo. E’ la
storia di un bambino biondo, bellissimo
e con gli occhi azzurri che è diventato
una celebrità su Internet, ed è
(anche) la storia di una impresa. Un
apologo involontario su un paese in
cui spesso chi viene colpito da un destino
feroce deve fare tutto da solo,
affrontando molte difficoltà in più, invece
che qualcuna in meno.
Ricerca & brevetti. In Italia, tanto
per dire, molti ricercatori di talento si
occupano delle sindromi distrofiche.
“Ma quando arrivano a qualcosa – rac -
conta Fabio – “sono costretti a vendere
i brevetti all’estero, perché nel
nostro paese nessuno ha la forza per
svilupparli”. Il primo segnale che allarma
Fabio ed Eliana, racconta lei
“sono dei banalissimi lividi. Solo che
Daniele non era mai caduto”. Iniziano
le visite, i sospetti, i primi accertamenti
al Bambin Gesù di Roma. A luglio
la prima analisi del sangue. Quando
legge il referto Eliana è stordita: “Due
enzimi muscolari, il Cpk e l’Ldh avevano
valori fuori dalla norma: da 200 a
7000”. Eliana telefona a Fabio, che in
tempo reale, su G o og l e trova la risposta:
“L’aumento delle Cpk significa dis
t ro fi a ”. Solo la biopsia muscolare,
quando Daniele raggiunge l’età per
farla, conferma scientificamente che
il peggior sospetto è diventato realtà.
Daniele ha una particolare forma della
Duchenne. Il danno genetico si è
prodotto in uno dei 79 esoni che costituiscono
la catena della sua distrofina,
esattamente fra l’8 e il 9. Consultando
tutte le banche dati note al
mondo, Fabio ed Eliana scoprono che
non si conoscono altri casi. L’unico
modo per trovare una cura, dunque, è
un progetto di ricerca finalizzato (anche)
alla sua malattia. E visto che in
Italia ovviamente non esiste, i genitori
di Daniele lavorano all’unica soluzione,
la più difficile: costruire quel
progetto, raggiungendo i 250 mila euro
necessari con una colletta.
Burocrazia nemica. Fabio ha 43 anni,
capelli foltissimi, che tendono al
grigio, è estroverso, sorriso largo.
Eliana ha 34 anni, occhi azzurri e capelli
biondi, bella come Daniele, seria
e riflessiva. Il giorno in cui quel referto
si abbatté sulla loro vita Fabio è
disperato: “E ora?”. Lei, come nemmeno
nei film, risponde: “Non lo so.
Ma qualunque cosa sia la facciamo insieme”.
Così è stato. Metà della sua vita
Fabio la trascorreva sui computer:
il primo bandolo per uscire dal tunnel
arriva da lì. Ama giocare a scacchi in
rete: una sera vede un banner: ci si
può iscrivere a un forum. Inizia così,
raccontando la sua storia. Poi costruisce
un sito. E poi apre delle pagine su
Facebook raccontando la storia di Daniele,
giorno dopo giorno. L’unicità
di quella malattia lo rende un pioniere:
“Avevo bisogno – spiega – di due
cose: raccontare e scoprire”. Intanto
il mondo non era gentile, con la famiglia
Amanti. Quando sono andati a
chiedere un permesso invalidi si sono
sentiti rispondere: “Lo diamo solo
quando il bambino ha tre anni”. Non
ha senso questa norma: Daniele e i
bambini come lui tendono a stancarsi
e hanno un bisogno vitale della carrozzina.
Ma gli Amanti aspettano: “A
gennaio manca poco, in fondo, no?”.
Intanto avviano le pratiche per l’inva -
lidità. Hanno fortuna, gliela riconoscono.
Ma il giorno in cui l’Inps versa
la prima indennità sul conto, di nuovo
un pasticcio burocratico. La banca
non accredita i 465 euro che lo Stato
riconosce loro ogni mese: “Una circolare
interna richiede l’apertura di
un nuovo conto...”. (E tu vorresti bruciarla).
Se entri nel tunnel della malattia
sei meno tollerante con le piccole-
grandi vergogne di questo paese.
Sorride amaro Fabio: “Quando ho
saputo che i soldi per l’Alitalia sono
stati presi anche dai fondi della ricerca
raccolti con Telethon volevo sparare.
Mi sono chiesto: ma quanti italiani
lo sanno?”. Già.
Parent Project. L’incontro che cambia
la vita, in un paese in cui le istituzioni
spesso latitano è quello con
una associazione internazionale, la
Parent Project, che assiste le famiglie


PAESE REALE
Due storie
un solo libro

È madre, prima che scrittrice. Cinzia Lacalamita incontra
su Internet Daniele, decide di aiutarlo. Ha
perso sua figlia Sofia: “Il suo corpicino era perfetto in ogni dettaglio,
all’infuori di uno: un piccolo foro sulla schiena, segno di una tremenda
malattia”. Si appassiona: scrive un libro, trova l’editore, pubblica Da -
niele, storia di un bambino che spera (Aliberti, 125 pp. 11.90 euro). I diritti
d’autore vanno al Parent project Onlus direttamente sul conto (come i
contributi) perché Fabio, Eliana e Cinzia vogliono che nulla passi per
le loro mani. “Se attiveremo il fondo abbiamo la speranza che produca
risultati per Daniele. E la certezza che aiuterà altri bambini”
dei bimbi malati. Il presidente della
rete italiana, Filippo Buccella ha un
figlio di 18 anni in sedia a rotelle: “Pe r
fortuna che abbiamo incontrato lui –
spiega Fabio – Filippo mi ha comunicato
il massimo della lucidità e della
speranza: ‘Quando i medici mi diedero
la notizia di mio figlio il verdetto
era: ‘Potrà vivere al massimo 15 anni.
Adesso ne ha 18. E secondo le statistiche
di oggi arriverà a 30”’. Intanto,
nelle notti insonni che passa su Internet
Fabio si costruisce una cultura
medica da autodidatta: “I nostri muscoli
per funzionare hanno bisogno
della distrofina. La distrofina è una ricetta
di 79 pagine, e alla ricetta di Daniele
è stata strappata una pagina fra
la 8 e la 9. Bisogna trovare il modo per
ricostruire quella pagina”. Raccontando
tutto questo su Facebook Fa bio
ed Eliana trasformano il loro percorso
in una battaglia. Incontrano tantissime
persone che vogliono aiutare Daniele
e persino qualcuno che vuole
s p e c u l a re .
Truffe . Ad esempio un tizio che visto
il numero incredibile di visitatori
continua a scrivere che lui una cura
per Daniele ce l’ha: iniezioni di cellule
staminali, in Cina e Thailandia. Il
turismo della speranza. Fabio verifica
le affermazioni di questo signore,
scoprendo che non c’era nessun riscontro
scientifico. “L’offerta era un
pacchetto da 32 mila euro per 6 iniezioni.
Un imbroglio – si arrabbia ancora
Eliana – sulle speranze delle persone”.
Così Fabio lo ha scritto nero su
bianco: “Lei è un truffatore”. Intanto
Fabio si accorge che cambia il suo modo
di pensare: “Si hanno in testa tanti
sogni, sui propri figli... io amo il nuoto,
immaginavo che Daniele diventasse
sub”. Ma siccome adesso la vita
corre contro le lancette, bisogna fare
tutto prima. Fabio insegna a Daniele
ad andare sott’acqua a due anni; oppure
lo porta una giornata a guardare
gli aerei atterrare a Ciampino. E una
mattina capisce che deve chiudere il
suo negozio: “Non è nulla in particolare.
Solo che arriva un cliente e ti fa:
‘Mi salvi l’hardware: c’è tutta la mia
vita, lì... e tu, irragionevolmente, lo
guardi male”. Prima il tempo era amico
del suo lavoro: “Adesso odio il mio
lavoro perché mi ruba il tempo per
Daniele. E allora chiudo”. Anche in
questo Eliana è diversa: “Vado tutti i
giorni allo studio, torno alle otto. Poi
giochiamo fino a mezzanotte: siccome
il tempo di Daniele è prezioso, si è
dilatato”. Il 70 per cento delle famiglie
possono scoprire con l’esame del
Dna se c’è il rischio di procreare bambini
affetto da distrofia. Fabio e Eliana
non potevano farci nulla. Il loro è un
caso per cui, come spiega con una
bellissima espressione il presidente
di Parent Project“La differenza fra la vita
e la morte è la conoscenza”.
I tre muri. Su Facebook gli amici sono
diventati in un baleno 5000, il massimo.
Allora Fabio ha aperto un’a l t ra
pagina. E poi un’altra ancora. Ogni
giorno 15 mila amici chiedono cose
del tipo: “Come sta Daniele?”. Fabio
carica notizie, foto, i video girati dal
nonno. Aggiorna ogni 15 giorni il
contatore della sottoscrizione. Il 28
Aprile di quest’anno solo 9.209 euro,
una goccia nell’oceano. Il 21 agosto
già 13.849. Il 12 ottobre 15.035 euro.
E poi sono arrivati tantissimi amici.
Un giorno Gianmarco Tognazzi, con
una lunga lettera di solidarietà. Un altro
un comico come Enrico Bertolino;
e poi un’attrice come Monica
Guerritore. E poi il più celebre doppiatore
italiano, Luca Ward, “re g a l a ”
uno spot per Daniele. Scrive persino
un ragazzino di 16 anni, che ha visto
Fabio in un servizio di Studio Aperto:
“Sei un babbo da paura!”: Fabio ed
Eliana hanno riso e pianto, quel pomeriggio.
L’incontro più bello, che ha
prodotto tutti questi, è stato quello
con Cinzia Lacalamita, una scrittrice
triestina che ha perso sua figlia Sofia
per la cosiddetta schiena bifida. Scrive
un libro che finanzierà la ricerca.
Adesso i 250 mila euro del traguardo
sono meno lontani, di quando i genitori
di Daniele si emozionavano per
una notiziola su un sito Internet. In
fondo questa storia si può raccontare
anche così: “Ci sono tre muri da scalare
– dice Fabio – Il primo è la malattia.
Il secondo è la burocrazia. Il terzo
è la cura”. In camera sua Daniele ha
una collezione di modellini, e nella
sua lotta contro le lancette sfoglia
Q u a t t ro r u o t e : “Per noi – sorride Eliana
– è un bambino come gli altri. Può
sembrare una piccola cosa. Ma solo
quando capisci questo trovi la forza
per scalare le montagne”.

TRATTO DA " IL FATTO" 15 /11 /09

PER CONTRIBUIRE :

Istituito presso il Parent Project il Fondo Daniele Amanti.
- Conto Corrente Postale
C/C n. 94255007
Intestato a Parent Project Onlus
Causale Fondo Daniele Amanti

- Bonifico Bancario
Banca di Credito Cooperativo di Roma
IBAN: IT 38V0832703219000000005775
Intestato a Parent Project Onlus
Causale Fondo Daniele Amanti

- Carta di Credito
http://www.parentproject.org/italia/index.php?option=com_content&task=view&id=276&Itemid=168



lunedì 19 ottobre 2009

I MEDICI NON VOGLIONO VACCINARSI PER INFLUENZA A H1N1- CHISSA' PERCHE' ...



BOLOGNA - I bambini che frequentano l'asilo nido potrebbero essere vaccinati subito contro l'influenza A H1N1, ancor prima degli addetti ai servizi essenziali che, fino ad ora, erano i secondi nell'ordine di priorita' subito dopo gli operatori sanitari. Ed e' al settore medico che rivolge una raccomandazione" l'assessore regionale Giovanni Bissoni: "Sappiamo che c'e' una scarsa propensione, nel personale sanitario come in quello scolastico, a sottoporsi al vaccino".

Bissoni ricorda che per l' "anti-influenzale; ad esempio l'anno scorso solo il 30% dei medici lo ha fatto contro l'influenza stagionale. Ma per il virus A H1N1 bisogna riflettere che, oltre ad essere un intervento a protezione individuale, in realta' vaccinarsi serve alla comunita', per essere pronti al momento di dover offrire un servizio", ovvero proprio l'assistenza sanitaria, soprattutto in caso di un picco di contagi.

Da qui l'appello di Bissoni ai medici a vaccinarsi: "Mi vaccinero' anch'io", assicura, come per dare il buon esempio, visto che in qualita' di amministratore pubblico rientra tra i cosiddetti "servizi essenziali" al pari di forze dell'ordine, vigili del fuoco, donatori di sangue, personale della scuola e dei trasporti.

Il punto sull'andamento dell'influenza A e sulla campagna di vaccinazione, partita giovedì, e' stato fatto venerdì a Bologna, in Regione, in occasione della presentazione di una campagna di informazione e sensibilizzazione nelle scuole che prevede anche la fornitura di fazzoletti e asciugamani di carta, con relativi contenitori: i principali strumenti per prevenire la diffusione del virus, su cui comunque "bisogna sdrammatizzare", esorta Bissoni. Dopo gli allarmi risuonati a livello mondiale, ora "saggiamente- aggiunge- si e' tornati al buon senso".

domenica 18 ottobre 2009

I MUDRA DEI BAMBINI - MUKTI GIITI CON SOFIA






PRABHAT SAMGIIT- Mukti Giiti

E ga'n a'ma'r a'lor jharn'a' dha'ra'
Upala pathe dine ra'te bahe ja'i
Bahe ja'i ba'ndhana ha'ra'.
Epath a'ma'r bandhura kan't'aka bhara'
Ut'sa hate pra'n'era srote bhenge ja'i
Bhenge ja'i pa's'a'n'a ka'ra'.

Madhuman'ika', Deoghar : 17 Settembre, 1982.

Questo mio canto è una fontana di splendore.
Su questo sentiero roccioso continuo a camminare giorno e notte, incurante degli ostacoli.
Questo mio sentiero è impervio e pieno di spine. La corrente che proviene dalla sorgente della vita spezzerà le mura di cinta di granito della prigione, verso la fontana di luce.
Questo mio canto è una fontana di splendore.

Mudra è un termine sanscrito il cui significato letterale è esternazione di una ideazione interiore o più semplicemente: gesto, esso infatti indica un gesto, una posizione delle mani, un sigillo o un simbolo; vengono chiamati mudra anche particolari posizioni degli occhi, del corpo e tecniche di respirazione.
Queste posizioni possono raffigurare alcuni stati danimo o processi di consapevolezza e sono in grado di evocare gli stati che simboleggiano. Ciò significa, ad esempio, che una persona che utilizza spesso il gesto che raffigura il coraggio ,verrà indotta a livello subconscio ad assumere quello stato danimo: questo perché i mudra impegnano corpo, cervello e anima esercitando una specifica funzione su di essi. Infatti,ogni area della mano corrisponde ad un area di riflesso associata al corpo e al cervello.
Lorigine dei mudra è da far risalire principalmente alla cultura indiana ,linventore di questa scienza fu Shiva.
Sin dalla più tenera età si dovrebbero insegnare ai bambini graziosi gesti delle mani al fine di rendere le loro dita e la mente agili e veloci.
I gesti proposti al bambino devono essere semplici , fantasiosi e arricchiti degli spunti tratti dalla loro vita quotidiana, supporto per storie fantastiche o micro-storie realmente accadute. Le posizioni delle mani qui presentate sono indicative e la loro esecuzione può essere modificata : quello che il genitore e leducatore dovrebbero stimolare è la capacità e il desiderio del bambino di creare gesti-simboli,spontanei ed espressivi, che sappiano comunicare agli altri i significati attribuiti, ma che sappiano principalmente, appagarlo delle sue invenzioni manuali .
tratto da "Lo Yoga dei bambini"
Didi Ananda Paramita - edizione "La meridiana" 2005
per info didiap chiocciola gmail.com

Un sito per conoscere meglio l'India http://www.inindia.it/index.htm
Associazione per il Neo Umanesimo http://www.apnu.net/
Blog sullo Yoga per bambini http://bimbinyoga.blogspot.com/
Blog Yoga & salute e http://yogaesalute.blogspot.com/
Blog varie news : http://caleidoscoppiooo.blogspot.com/
PROUT - PROgressive Utilizazion Theory http://www.prout.it/
Canale video Yoga e affini http://www.youtube.com/user/onlyyoga
Canale video news http://www.youtube.com/user/caleidosc...

Il libero e sincero scambio di idee non è attuabile se non si instaura un sentimento di affetto reciproco.
Shrii Shrii Anandamurtiji

domenica 11 ottobre 2009

IL VACCINO PER L'INFLUENZA A/H1N1 E' DANNOSO PER LA SALUTE

Giuseppe Mele, presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), rende noto che il vaccino contro l’influenza A/H1N1 sarà messo in circolazione privo del foglietto illustrativo che per legge dovrebbe contenente posologia, modalità d'uso ed effetti indesiderati di ogni farmaco.
Nella composizione del vaccino viene anche prevista l'utilizzazione dell'adiuvante MS 59“.
L’MS 59 è il derivato oleoso di un prodotto ideato per la guerra del golfo con capacità altamente distruttive per il corpo umano. Alcuni esperti della sanità affermano che questo principio debba rientrare nella categoria delle armi biologiche o farmacologiche.
E' sintomatico che la legislazione impone che l'utilizzo del MS 59 debba essere molto limitato negli esperimenti con gli animali e non prevede assolutamente il suo utilizzo sugli uomini.
Gli immunologi sostengono la tesi secondo la quale una dose anche microscopica di poche molecole di adiuvante iniettato nel corpo umano causa notevoli disturbi al sistema immunitario. Questi coadiuvanti sono in grado di alterare il sistema immunitario favorendo l'insorgenza di malattie autoimmuni in cui la reazione immunitaria viene diretta contro il proprio organismo.
fonte: www.catanzaronotizie.it


L'associazione culturale pediatri:non c'è affatto pandemia, no a misure drastiche


Lettera aperta ai politici, ai professionisti della salute e ai mezzi di comunicazione

Quello che sappiamo per certo di questo nuovo virus influenzale A/H1N1, è che per ora si è dimostrato meno aggressivo della comune influenza stagionale. Diventa perciò difficile capire perché sia stato dichiarato lo stato di pandemia,modificando addirittura i criteri della definizione (è scomparsa ad esempio l'elevata mortalità), come spiega Tom Jefferson della Cochrane vaccines field in un' intervista a Spiegel. Nessuno è però in grado di dire se in futuro questo virus si modificherà e diventerà pericoloso. Il suo comportamento, come quello di tutti i virus, è assolutamente imprevedibile.
La bassa mortalità, ossia quanti morti rispetto ai casi, riscontrata finora nei paesi dove l'A/H1N1 è già circolato ampiamente (dello 0,3% in Europa e 0,4% negli USA), potrebbe essere in realtà ancora inferiore perché facilmente diversi casi con sintomi lievi sfuggono alla sorveglianza e alcuni decessi possono essere dovuti ad altre cause presenti e non al solo virus.
I sintomi della nuova influenza sono assai generici (febbre, tosse, raffreddore, dolori muscolari, malessere, vomito o diarrea) e, come quelli dell'influenza stagionale, possono essere causati da molti altri virus o batteri. Questo è uno dei motivi per cui il fenomeno "influenzale" nel suo complesso, viene generalmente sovrastimato.
I vaccini contro il nuovo virus A/H1N1 sono ancora in fase di sperimentazione. Nessuno è in grado oggi di sapere se e quanto saranno efficaci e sicuri. Ma per diventare aggressivo il virus dovrebbe cambiare (per mutazione? riassortimento con altri virus?), quindi i vaccini mirati al virus attuale, potrebbero non essere utili. Sulla sicurezza sia l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che l'Agenzia del farmaco europea (EMEA), fanno presente la necessit&agr ave; di un'attenta sorveglianza postmarketing per rilevare eventuali effetti collaterali che potrebbero manifestarsi con l'uso su grandi numeri, anche perché alcuni vaccini sono allestiti con tecnologie nuove. Abbiamo già visto durante la pandemia del 1976, diversi casi di Guillain-Barré (una neuropatia periferica) associati alla vaccinazione di milioni di americani contro un virus anch'esso di derivazione suina. Chi decide di vaccinarsi, dovrebbe firmare un "consenso informato" che illustri con precisione benefici e rischi.
Quanto al vaccino contro l'influenza stagionale, recenti studi confermano i dubbi sulla sua efficacia sia nei bambini che negli anziani. E sotto i 2 anni di età, è risultato del tutto inefficace. Non si vedono quindi motivi per offrire la vaccinazione stagionale ai bambini sani, per la quale oltre a tutto, ci dice il Center for Disease Control europeo (ECDC), per prendere decisioni servono informazioni basilari come l'im patto della vera influenza (numero di casi, ricoveri e complicazioni) nelle varie età dell'infanzia. Informazioni che non abbiamo.
Riguardo agli antivirali a cui il nuovo virus è risultato sensibile in laboratorio - Oseltamivir (Tamiflu) e allo Zanamivir (Relenza) - non sappiamo quanto siano efficaci "in vivo". Per ora non abbiamo studi al riguardo. Si sa però che entrambi sono poco efficaci verso l'influenza stagionale e sono già state segnalate resistenze del nuovo virus all'Oseltamivir, in alcuni paesi (Danimarca, Giappone, Cina, USA). Inoltre non va dimenticato che gli antivirali possono dare a volte effetti collaterali importanti. Il 18% dei bambini in età scolare del Regno Unito a cui è stato somministrato l'Oseltamivir in occasione dell'epidemia di A/H1N1, ha presentato sintomi neuropsichiatrici e il 40% sintomi gastroenterici. Gli antivirali vanno quindi usati solo su indicazione medica e solo per casi gravi o persone in cat tive condizioni di salute.
Sull'uso dei vaccini e degli antivirali, c'è chi come Ernesto Burgio (direttore scientifico di ISDE, Medici per l'ambiente) esprime un'ulteriore perplessità: entrambi potrebbero favorire la mutazione del virus verso ceppi più aggressivi.
Cosa fare?
Andrà innanzi tutto mantenuta calma e lucidità, di fronte alle notizie allarmanti diffuse quotidianamente dai mezzi di comunicazione. Se i casi di influenza saranno più numerosi del solito o il virus dovesse diventare aggressivo, sarà importante permettere ai medici e alle strutture sanitarie di dedicarsi ai pazienti più gravi.
La chiusura delle scuole - con tutte le sue ricadute sociali - potrebbe essere presa in considerazione solo se in futuro dovesse circolare un virus altamente aggressivo (non l'attuale A/H1N1). In tal caso andrebbero chiusi anche tutti i luoghi di ritrovo come i cinema, le discoteche, ecc.

Potrem o invece mettere in atto da subito le uniche misure che si sono dimostrate efficaci nell'impedire la diffusione di tutti i virus respiratori (come l'H1N1 anche se dovesse cambiare):
- lavarsi le mani spesso e accuratamente, con acqua e sapone
- ripararsi la bocca e il naso quando si tossisce o si starnutisce (e dopo lavarsi le mani)
- evitare di toccarsi occhi, naso e bocca, facili vie di entrata dei virus
- stare a casa quando si hanno sintomi di influenza
- evitare i luoghi affollati quando i casi di malattia sono molto numerosi
L'uso della mascherina è risultato efficace negli ambienti di assistenza sanitaria, mentre per altre circostanze l'efficacia non è stata stabilita.

Luisella Grandori
Responsabile Gruppo vaccinazioni ACP
Michele Gangemi
Presidente ACP
5 Settembre 2009

Articolo originale su:
www.megachipdue.info
fonte: altrogiornale.org

domenica 4 ottobre 2009

TELO PORTA BEBE'


Cosa possiamo offrire di meglio ai nostri piccoli che portarli vicino al nostro corpo? In tutte le culture naturali i bambini sono sempre stati portati con un telo portabébé, e le mani di mamma o papà rimangono libere.


Istruzioni per l’uso del telo portabebé.

1) Mettere il telo dietro la vita in modo che le due estremità abbiano la stessa lunghezza.

2) Portare il telo in avanti e incrociarlo sul petto. Fare scendere le due estremità del telo dalle spalle verso la schiena.

3) Incrociare il telo lungo la schiena e tirare le estremità sul davanti.

4) Annodare le due estremità.

5) Tirare l’incrocio del telo dal petto verso il basso.

6) Aprire a ventaglio la parte più interna del telo.

7) Collocare il bebé all’interno del telo aperto a ventaglio.

8) Posizionare il bebé in modo che il peso del piccolo stia sull’incrocio del telo e allargare anche l’altro lembo di telo.

9) Allargare la parte di telo in cui si trova la testina del bebé facendo scendere il telo dalla spalla fino alla parte superiore del braccio.

10) Ora il bambino ha la sua culla comoda e sicura.


lunedì 28 settembre 2009

INSEGNAMENTI DI YOGA PER BAMBINI A TORINO

Il 26 e 27 Settembre si è svolto a Torino, presso il nido Minidou, il seminario "Insegnamenti di Yoga per bambini" organizzato da Gloria Musella - Il nido del passerotto, e condotto da Didi Ananda Paramita . 30 le partecipanti, provenienti da diverse città e professionalità, tra cui molte educatrici ed esperte di Yoga.

Questi gli argomenti trattati.

1. Yoga bimbi : dalla teoria alla pratica

2. Magic box - gli strumenti indispensabili dello yoga per bambini

3. Imparare a leggere con le posizioni Yoga

4. I mudra dei bambini

5 . Il morbido cambiamento: massaggio,rilassamento, meditazione, canti.

6. Esperienze nelle scuole: i progetti nei nidi e nelle scuole dell'infanzia.

Un sentito ringraziamento alle organizzatrici, alle partecipanti e a tutti coloro grazie ai quali questi preziosi strumenti possono essere divulgati.

Didi







martedì 22 settembre 2009

I BAMBINI INDACO

Bambini Indaco "Chi sono? Perché vengono chiamati così? Come possiamo capire se nostro figlio è un Bambino Indaco?"

La definizione "Indaco" è stata usata per la prima volta da Nancy Ann Tappe, che nel 1982 scrisse un libro sull'argomento (Capire la vostra vita attraverso il Colore). Nancy, scrittrice, sensitiva e terapeuta, è in grado di vedere quelli che lei chiama "i colori della vita" ed ha un metodo personalissimo per "leggere" questi colori. Alla fine degli anni settanta, Nancy incominciò a notare una trasformazione nei colori vitali, con alcuni colori, come il fucsia o il rosso cremisi, che tendevano ad affievolirsi o a scomparire. Tuttavia la sua ricerca iniziò soltanto negli anni ottanta, quando alcuni genitori, preoccupati per il comportamento anomalo, "fuori dagli schemi" dei loro bambini, si rivolsero a lei per esseri aiutati. Con sorpresa Nancy si accorse che il colore vitale di tutti questi bambini tendeva all'azzurro violaceo. Di qui la definizione "Bambini Indaco".

Chi sono dunque i Bambini Indaco? Ecco come li descrivono Lee Carroll e Jan Tober nel loro libro "The Indigo Children".

"...Un Bambino Indaco è una creatura che possiede attributi psicologici insoliti e particolari e che ha un modello comportamentale diverso da quelli a cui siamo abituati. Di conseguenza, molto spesso i genitori di questi bambini si trovano spiazzati ed impreparati nel difficile compito di educare i loro figli. Ignorare questi nuovi modelli significa creare squilibrio e frustrazione nella mente di questi preziosi bambini. Ci sono diversi tipi di bambini Indaco, ma per ora ci limiteremo a darvi un elenco delle loro principali caratteristiche con i più comuni modelli comportamentali.

- Vengono al mondo con un senso di regalità (e spesso agiscono con regalità)

- Pensano di "meritarsi di essere qui" e sono sorpresi quando gli altri non condividono questo loro punto di vista. - Non hanno problemi di autostima. Spesso essi dicono ai loro genitori "chi sono". - Hanno difficoltà ad accettare l'autorità (soprattutto quando è imposta ed immotivata). - Si rifiutano di fare alcune cose. Per esempio non amano aspettare in coda. - Si sentono frustrati dai metodi tradizionali che non richiedano l'impiego della loro creatività. - Spesso, sia a casa sia a scuola, trovano la soluzione più logica per fare le cose, il chè può farli apparire anticonformisti e ribelli. - Sembrano asociali a meno che non si trovino con i loro. simili. Se non ci sono bambini con la loro stessa consapevolezza, si sentono incompresi e tendono a chiudersi in se stessi. L'ambiente scolastico è spesso estremamente difficile per loro. - Non rispondono a discipline basate sul senso di colpa. - Non si sentono in imbarazzo a parlare delle loro necessità..... "

E' importante rendersi conto che questi bambini possiedono un' estrema sensibilità, sono molto intuitivi e sono in grado di sentire che cosa c'è nella nostra mente e nel nostro cuore. Vengono sul Pianeta Terra per aiutare l'umanità a progredire verso il bene supremo, per farci capire che non esistono diversità o differenze e che tutti noi facciamo parte del grande IO SONO. Per far ciò, richiedono da tutti noi comprensione e tolleranza, amore incondizionato, apertura, integrità morale e sincerità. La sfida che i genitori devono affrontare è imparare a considerarli bambini "normali" e a trattarli come tali. E' importante saper riconoscere i l loro valore, apprezzare le loro doti, imparare a valorizzarle, ma nello stesso tempo permettere loro di vivere la loro infanzia come qualunque altro bambino. Discriminarli o trattarli come "diversi" può rendere la vita complicata sia per loro sia per i genitori o per gli insegnanti e può avere gravi conseguenze sullo sviluppo armonioso della loro personalità.

All'inizio degli anni ottanta, quando i primi Indaco incominciarono ad arrivare, nessuno sospettava che si trattasse di una nuova generazione di bambini. Essi sembravano avere attributi psicologi ed atteggiamenti molto diversi da quelli a cui eravamo abituati. Spesso erano bambini iperattivi, disattenti, ribelli ad ogni forma di disciplina imposta, e si pensava che le difficoltà che si incontravano nell'educarli fossero da imputarsi alla società, alla mutata struttura familiare, allo sviluppo tecnologico, alla violenza esaltata nei programmi televisivi, all'aumentato benessere, ecc... Negli Stati Uniti questo ha portato i genitori a richiedere l'aiuto di psicoterapeuti, che sempre più spesso "tenevano tranquilli" questi bambini con psicofarmaci. Questa tendenza allarmante è andata aumentando nel tempo, in maniera esponenziale, e sta prendendo piede anche in Europa (è di poche settimane fa un trafiletto apparso su un settimanale a tiratura nazionale che parlava della facilità con cui bambini particolarmente irrequieti vengono trattati con psicofarmaci). Non si conoscono le conseguenze a lungo termine di questo abuso di "droghe legalizzate" ma la violenza tra i giovani è un fenomeno preoccupante, per cui viene spontaneo chiedersi se esista una correlazione.

Le principali sfide che i Bambini Indaco dovranno affrontare sono soprattutto legate alle loro relazioni con gli altri. Essi hanno bisogno di molta attenzione e considerazione e soffrono se la loro visione della vita, basata essenzialmente sull'amore, viene fraintesa o, peggio ancora, ridicolizzata. Alcuni di loro possono pertanto avere problemi a relazionarsi con bambini "normali" o con adulti ancorati alle vecchie metodologie. Può così accadere che questi bambini, provvisti di una grande immaginazione, di grandi facoltà intellettive, di una forte mentalità tecnologica e di elevate doti morali, ma iperattivi ed incapaci di usare il pensiero lineare a cui siamo abituati, vengano etichettati come affetti da "disordine da deficit di attenzione" e vengano di conseguenza trattati con psicofarmaci per aiutarli a rientrare nella "normalità". Tutto questo può avere un forte impatto sulla loro personalità, diminuire la fiducia nelle loro capacità e portarli a scollegarsi dalla loro parte divina.

A questo punto della nostra evoluzione, dobbiamo comprendere l'importanza del ruolo che questi preziosi bambini, arrivati tra noi con un bagaglio di grande consapevolezza, si sono assunti. Se sapremo riconoscere il loro valore, capirli ed apprezzare le loro doti intellettuali e morali, se non instilleremo in loro il senso di colpa e la paura, da cui sono totalmente esenti, se li aiuteremo a seguire la loro passione, essi saranno i nostri migliori maestri, ci insegneranno a guardarci dentro ed a scoprire quelle verità interiori che per troppo tempo non abbiamo saputo o voluto riconoscere. Apriamo dunque il nostro cuore ed il nostro Spirito ed accettiamo i preziosi doni che queste creature meravigliose, con amore infinito, ci offrono.

Bibliografia: Lee Carroll e Jan Tober "The Indigo Children" - Ed. Hay House Inc.

sabato 19 settembre 2009

VACCINAZIONI E MEDICALIZZAZIONE DELLA VITA


OLTRE LA VERITA' UFFICIALE

Vaccinazioni e medicalizzazione della vita
“Il sano è un malato che non sa di esserlo”
Marcello Pamio - 1 dicembre 2008


Dal 21 al 23 novembre scorso si è svolto a Verona l’ottavo Congresso nazionale di medicina omeopatica, organizzato dalla Scuola di Medicina Omeopatica di Verona (http://www.omeopatia.org/).
Numerosi sono stati gli ospiti invitati a relazionare, ma il mio interesse era rivolto principalmente ai primi due interventi di sabato mattina: dr. Roberto Gava e prof. Gianfranco Domenighetti.

Roberto Gava è medico chirurgo omeopata con specializzazione in farmacologia e tossicologia: una autorità nazionale in ambito vaccinale e autore di decine di pubblicazioni scientifiche (vedi elenco).
Il titolo della sua relazione era “Le vaccinazioni pediatriche: etica e potere delle vaccinazioni”.

Quasi impossibile è riassumere una conferenza di circa 1 ora, con decine di grafici e centinaia di dati ufficiali, ma quello che merita una sottolineatura è il concetto stesso di vaccinazione.
“Potremo accettare – ha detto Gava - le vaccinazioni eseguite in un certo contesto, cioè secondo le acquisizioni medico-scientifiche più recenti (concetto di scienza), nel rispetto della salute presente e futura dell’individuo (concetto di etica), adattate nel loro tipo, numero, età di inizio, modalità di somministrazione (personalizzazione), nel rispetto di bisogni, disponibilità, volontà e libertà di scelta del soggetto (libertà), dopo aver tenuto un vero consenso informato (informazione)
“Mentre dovremo essere contrari alle vaccinazioni se vengono eseguite come imposizione coercitiva (obbligo), secondo acquisizioni mediche obsolete non più accettabili (preconcetti: ‘le vaccinazioni fanno solo bene e non si discute’), in modo lesivo per la salute psicofisica presente e futura della persona (c’è un danno in bambini sani), non adattate nel loro numero, tipo, età di inizio e modalità di somministrazione (massificazione), senza rispetto di bisogni, disponibilità, volontà e libertà di scelta del soggetto e senza aver ottenuto un vero consenso informato.”

Dopo questa analisi, vediamo qual è la situazione vaccinale in Italia:

- Sono obbligatorie per legge, ad eccezione di qualche regione tra cui il Veneto;
- Sono massificate e non personalizzabili in base all’età e allo stato di salute del bambino;
- Non viene fornita ai genitori alcuna informazione utile sul rapporto rischi-benefici;
- I vaccini sono un costo enorme per il Sistema Sanitario Nazionale, quantificabile in circa un miliardo di euro;
- I bambini sono sempre più cagionevoli di salute (intolleranze, allergie, ecc.)
- L’autismo nei bambini è in costante aumento.

Apro una parentesi per l’autismo perché questa problematica sta diventando una vera e propria piaga sociale: 1 bambino su 160 nel mondo ne risulta affetto!
Secondo il prestigioso “Lancet”, il rischio di nascere oggi con queste problematiche è molto più alto rispetto il passato.
Nell’ultimo decennio nella sola California si è riscontrato un aumento del 276% di nuovi casi.
“Gli stessi FDA e i CDC statunitensi hanno finanziato ben tre studi sull’autismo: i dati hanno dimostrato la correlazione tra mercurio e autismo, tra vaccini e autismo, ma nessuno ha raccolto questo messaggio”.[1] Perché? Cui Prodest?
Il numero di studenti autistici presenti nelle scuole americane (età 6-21 anni), dall’anno scolastico 1991-92 al 2001- 02, ha evidenziato un aumento del 1700%!!![2]

Qual è la causa di un tale aumento? Il mercurio?
Il livello del mercurio considerato limite massimo accettabile (oltre il quale si parla di tossicità per la salute umana) è di 0,1 microgrammo/chilo/die e quindi per neonati di 3 mesi di vita (circa 5 kg di peso corporeo) è di 0,5 microgrammi/die.
Secondo i dati americani, negli anni ‘50-’70 la dose totale di mercurio che veniva inoculata per ciclo vaccinale era di 25-50 microgrammi.
Negli anni ’80, la stessa dose per ciclo vaccinale era invece di 75 microgrammi.
Nel 1999, negli USA, sono arrivati a somministrare anche a 275 microgrammi di mercurio per ciclo vaccinale!

L’aumento dell’autismo e questo crescente aumento del mercurio vaccinale (dovuto ad un sempre crescente aumento del numero dei vaccini pediatrici) sono una semplice coincidenza o sono fortemente e direttamente correlati indicando che il mercurio contenuto nei vaccini è espressione di un chiaro danno vaccinale?

E in Italia, come siamo messi?
“A Taranto, negli ultimi 10 anni, l’aumento di bimbi autistici è di circa il 50% rispetto agli anni precedenti, mentre negli ultimi 20 anni tale aumento è stato del 100%”.[3]
“Studi americani – continua l’estero dell’Asl - dicono che la diossina può essere responsabile di irrequietezza, disturbi di apprendimento, disturbi dello spettro autistico e quindi della relazione”[4].
Oltre alla cancerogena diossina esistono serie correlazioni tra metalli pesanti velenosi come mercurio e alluminio contenuti nei vaccini pediatrici (anche in quello antinfluenzale) e patologie gravi come l’autismo.

Per le altre malattie infettive pediatriche (morbillo, vaiolo, tubercolosi, polio, ecc), il dr. Gava, con dati ufficiali alla mano, ha dimostrato la fallace spiegazione pseudo-scientifica che vorrebbe farci credere che il miglioramento della salute si è ottenuto solo grazie ai vaccini, dimenticandoci di dirci che le campagne vaccinali sono iniziate quando le norme igienico-sanitarie erano profondamente migliorate …
I grafici dell’andamento epidemiologico lo dimostrano in maniera inequivocabile.

Tanto per ricordare, in molti Paesi del Terzo Mondo (Africa in particolare) la poliomielite è iniziata dopo la vaccinazione di massa, mentre prima c’erano solo casi sporadici.
Lo stesso è accaduto in Albania: dopo le vaccinazioni di massa nel 1996 ci sono stati 76 casi di polio tutti causati dal vaccino orale di Sabin!
“Non ha più senso – continua Gava - la vaccinazione contro la polio in Europa, anche perché dal 2002 l’OMS ha certificato il nostro Continente come ‘Polio Free’, cioè senza più virus selvaggio della poliomielite”.
Eppure, nonostante il vaccino orale contro la polio in America ed Europa sia stato tolto, si continua a vaccinare in Africa, Asia e India con quel tipo di vaccino … e non a caso la polio avanza!

Si pensi anche alla situazione indiana: i casi di paralisi flaccida acuta da polio sono in continuo aumento, perché l’incidenza della malattia è aumentata dai 3.047 casi del 1997, quando è stato iniziato il PEI (Polio Eradication Initiative, cioè la campagna di vaccinazione di massa), ai 27.000 casi del 2005 e per di più la malattia ha colpito bambini vaccinati.[5]
Credo sia chiaro per tutti.

Cosa possiamo fare noi genitori per diventare veramente responsabili delle nostre scelte e/o decisioni? Il buon senso porta a concludere che:

1) Quando portiamo a vaccinare i nostri piccoli (3 e 6 mesi) ci faranno firmare il consenso informato, cioè saremo noi genitori a prenderci tutte le responsabilità di eventuali effetti e/o reazioni avverse (sclerosi multipla, diabete mellito insulino-dipendente, autismo, ritardo mentale, ecc.) e non il medico che esegue l’iniezione o la Asl che la impone secondo legge.
Perché non chiedere al medico di firmare anch’egli una dichiarazione in cui garantisce che a nostro figlio non accadrà nulla di male, così come sostengono i fogli informativi sui vaccini distribuiti dalle Asl?
Forse e dico forse, assisteremo ad un totale e assoluto diniego, perché probabilmente non esiste un solo medico che potrà firmare quella carta, anche se i vaccini vengono reclamizzati come “sicuri” e “utili”.

2) E’ utile sapere che la legge impone come obbligatori 4 vaccini, mentre le Asl hanno a disposizione l’esavalente, cioè il vaccino contenente ben 6 diversi vaccini (costa molto di più, per la gioia dell’americana Big Pharma e della nostra Farmindustria ed è assai più pericoloso per la salute del neonato perché le dosi sono maggiori).
Se vogliamo rispettare la legge e vaccinare nostro figlio, abbiamo almeno il diritto di chiedere che gli siano inoculati solo i 4 vaccini obbligatori e in dosi separate (cioè 4 inoculazioni a distanza).
Se questi vaccini non sono disponili, come spesso accade, le Asl dovranno ordinarli facendo guadagnare un po’ di tempo ai nostri bambini. Questo permetterà loro di crescere, riducendo gli eventuali problemi legati ad un sistema immunitario ancora in formazione. Ricordo che a 3 e 6 mesi il sistema immunitario è immaturo, mentre è diverso il discorso ad 1,5 - 2 anni di età.

Medicalizzazione della vita
La seconda relazione dal titolo “Medicalizzazione della vita e comunicazione sanitaria” è stata tenuta dal prof. Domenighetti, docente in due università svizzere (Losanna e Lugano) e responsabile per oltre tre decadi della Sanità del Ticino.

Il professore ha dichiarato che oggigiorno assistiamo ad una dinamica che mira a trasformare i sani in ammalati.
Questo processo, significativamente fondato sulla comunicazione, sul marketing e sui conflitti di interesse, è promosso e sostenuto, direttamente o indirettamente, dai produttori di tecnologia medico-sanitaria, cioè dalle lobbies del farmaco.

La “costruzione sociale” delle malattie, secondo Domenighetti, sta per essere sostituita da quella “industriale”. Ciò si concretizza tramite un’espansione su tre livelli del dominio della Medicina:

- Piano quantitativo à ridefinizione e abbassamento dei limiti soglia che definiscono e differenziano il “patologico” dal “sano”. Per esempio, sono stati ridotti i valori massimi considerati accettabili di colesterolo, trigliceridi, pressione arteriosa, ecc. Fino a giugno 2003 il valore oltre il quale si considerava patologica la trigliceridemia era fissato a 2.3 e da luglio è sceso a 1.7! Nello stesso arco di tempo, il valore oltre il quale si considerava patologica la colesterolemia LDL è passato da 3 mmol a 2.6 mmol. Con queste nuove direttive, milioni di persone sane sono diventate immediatamente malate, e quindi potenziali clienti delle aziende farmaceutiche.

- Piano temporale à promozione della diagnosi precoce: screening.

- Piano qualitativo à definizione di “nuove” malattie, osteoporosi, sindrome premestruale, ecc.

Per far comprendere il quadro generale degli screening, Domenighetti ha riportato uno degli esempi più interessanti e illuminanti: quello delle autopsie eseguite in Svizzera.
Esami autoptici eseguiti su migliaia di persone sane morte non per malattia (per es. incidenti stradali) hanno rivelato:
- Il 38% delle donne (tra i 40 e 50 anni) era portatrice di tumori al seno (carcinoma in situ, cioè uno stadio che probabilmente non sarebbe mai evoluto in cancro conclamato).
- Il 48% degli uomini (sopra i 50 anni) era portatrice di tumori alla prostata.
- Il 100% di uomini e donne (sopra i 50 anni) presentava un tumore alla tiroide.

Pochi conosceranno simili dati, ma basta parlare con un qualsiasi patologo intellettualmente onesto per comprendere come questo sia la “normalità”: moltissime persone sane hanno tumori, ma non sanno di averli e quindi vivono normalmente.
Il nostro corpo, infatti, produce ogni giorno migliaia di cellule tumorali. Ogni santo giorno per tutti i giorni della nostra vita.
Queste cellule, se il sistema immunitario è forte e sano (grazie ad un buon lavoro della nostra Vis Medicratix Naturae, la forza di risanamento e autoguarigione), verranno fagocitate e distrutte.

Ma se il nostro sistema difensivo non funziona correttamente (per un qualsiasi motivo: emozionale, psicologico, carenziale, tossicologico, ecc.) queste cellule avranno la possibilità di organizzarsi, crescendo e formando masse tumorali. Anche in questo caso, però, è possibilissimo che tali masse tumorali possano restare localizzate (tumore in situ) anche per decenni o per tutta la vita senza recare alcun fastidio o danno.
A questo punto immaginate qualcuno – dice Domenighetti - che “inventa una macchinetta che ve la passa davanti alla tiroide e che poi vi dice: ‘… Ah tu hai un carcinoma in situ alla tiroide’ …
Non si morirà di tumore perché questo è in situ, ma pensate al trauma psico-emozionale che vivrà quella persona che si sente fare quella diagnosi …

Qui entrano in gioco gli esami diagnostici preventivi (che di prevenzione non hanno nulla, perché al massimo possono essere definite diagnosi precoci): i cosiddetti screening di massa, con i quali si invitano persone oggettivamente sane a cercare qualche piccola anomalia (chi non le ha?) che magari non ha alcun significato patologico (ma che viene ugualmente tolta chirurgicamente con conseguente stress, spese, medicalizzazioni e continui futuri esami laboratoristici) o che si trova in stadio latente e che potrebbe restare tale per anni.
Cioè, stanno cercando il malato nel sano e tale “ricerca” è sempre più anticipata nel tempo.

Sfatiamo subito uno dei miti sullo screening: non riduce assolutamente la mortalità per tumore, ma aumenta le diagnosi, cioè aumenta il numero dei tumori scoperti, anche quelli tranquilli e non pericolosi (in situ), senza modificare la curva della mortalità (non è stata evidenziata alcuna differenza tra quelli che si sottopongono a screening e quelli che li evitano).
Però, una volta diagnosticato un tumore, le persone sono psicologicamente e/o emozionalmente in grado di superare tale “nefasta” diagnosi? Vivranno come prima, oppure la loro vita cambierà drasticamente?
Oggi il numero dei tumori diagnosticati è in perenne crescita (in Italia, i nuovi casi di tumore sono stati 250.000 nel 2002 e 270.000 nel 2005; fonte Istat) e certamente una delle cause sono proprio la massificazione degli screening.

Ed ecco la Legge aurea di Big Pharma:

più esami diagnostici à più tumori tra la popolazione
più tumori à più soldi alle lobbies

Più questi esami diventeranno precisi e più tumori scopriranno per il motivo detto sopra: produciamo ogni giorno migliaia di cellule tumorali e di queste, la quasi totalità viene distrutta subito ma qualcuna può sfuggire e dare origine a qualche piccolo agglomerato cellulare che viene identificato come un nodulino tumorale.
Si pensi solo alla frontiera degli esami attraverso il DNA: con un semplice prelievo del sangue si è in grado di diagnosticare ad un bambino appena nato, o addirittura ad un feto in grembo, la predisposizione al cancro o ad altre patologie.
“Predisposizione”, che possiamo dire assurda e ridicola visto che il dogma fondamentale del determinismo genetico è crollato definitivamente con lo studio del Genoma umano (vedi articolo).
L’epigenetica (“oltre/sopra la genetica”) afferma da decenni che “non siamo schiavi dei nostri geni”, perché “i geni dipendono dall’ambiente” (interno ed esterno). I geni possono modificarsi in base al nostro modo di pensare e alimentarci, allo stress ambientale o all’ambiente familiare, al credo religioso, allo stato sociale, ecc.

Ecco la medicalizzazione della vita: ancora prima di nascere siamo malati e destinati a manifestare quella malattia!
D’altronde, una persona sana viene considerata una persona malata che non sa di esserlo e le lobbies del farmaco si premurano di ricordarcelo in ogni momento.
Questa strategia ha lo scopo di spegnere le speranze e le prospettive di una vita migliore; significa creare le condizioni mentali ed emozionali affinché proprio quella patologia si sviluppi.
Pensare continuamente al cancro solo perché qualcuno ci ha detto che siamo “predisposti” geneticamente, significa vivere costantemente nella paura della malattia e della morte.
Come sarà la nostra esistenza?

La campagna di disinformazione e medicalizzazione di massa è così ben avanzata che oggi l’80% delle donne italiane (e moltissimi medici) pensano che gli screening mammografici “riducano il rischio” di ammalarsi. Sono dati ufficiali, purtroppo.
“Ridurre il rischio di ammalarsi” significa che più mammografie (o esami del PSA per la prostata) facciamo e più “evitiamo il rischio” che ci venga un tumore! Totale ignoranza, cioè non conoscenza specifica della materia, perché lo screening NON riduce assolutamente il rischio di ammalarsi, ma scopre prima nel tempo un tumore. Tutto qua.
Evitare di ammalarsi, cioè la vera prevenzione, è tutta un’altra cosa.

Questa disinformazione è pura propaganda ufficiale veicolata dalle potentissime e sconosciute agenzie di Pubbliche Relazioni (agenzie di PR) che pagano miliardi a testimonial famosi (noti oncologi, personalità dello spettacolo, giornalisti, ecc.) e inviano centinaia di articoli, redazionali a tutte le testate giornaliste del mondo.

Domenighetti definisce la diagnosi precoce “una gabbia logica”, e ne spiega il motivo.
Se ho fatto l’esame ed è positivo, ho fatto bene a farlo perché ho trovato un qualcosa che posso curare prima.
Se l’esame è negativo, comunque ho fatto bene a farlo perché so di non avere il cancro.
Se non faccio l’esame e insorge la malattia, ho fatto male a non farlo prima.
In ogni caso la cosa giusta è sempre quella di sottoporsi allo screening.

E infatti, se chiediamo al medico un consiglio, ovviamente dirà di fare gli screening perché minimizza il rischio di aver dato un consiglio sbagliato. Nel dubbio, il medico dice quello che dicono tutti, così non avrà problemi legali e non rischierà nulla.
Quelli che rischiano semmai siamo sempre e solo noi.
Concludo con un titolo emblematico pubblicato dal New York Times nel 2007:

“Quello che ci fa ammalare è un’epidemia di diagnosi”
(New York Times, 2007)

“Epidemia di diagnosi”, per la quale però, non esiste alcun vaccino ……
Se non quello della presa di coscienza, chiamata piena consapevolezza.

Ringrazio la Scuola di Medicina Omeopatica di Verona (http://www.omeopatia.org/) per avermi invitato al Congresso, dandomi da una parte l'opportunità di ascoltare due grandi personaggi e dall'altra di condividere con tutti i lettori le informazioni ascoltate.
Marcello Pamio


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[1] Dottor Roberto Gava
[2] Idem
[3] “Puglia. Autismo in forte aumento a Taranto, colpa della diossina?, Salvatore Pignatello della Asl Ta/1
[4] Idem
[5] Editorial. Drop in the Ocean. The Times of India. 23 Sep 2006

domenica 13 settembre 2009

LETTERA AI GENITORI SULLA "NUOVA INFLUENZA"


Il Dott. Eugenio Serravalle, Specialista in Pediatria Preventiva, scrive una lettera informativa ai genitori sull'influenza A/H1N1, valutando l'utilità o meno di sottoporre i propri figli alla vaccinazione.

È importante essere a conoscenza dei dati oggettivi sulla diffusione e presunta gravità e atipicità dell'influenza per poter scegliere in maniera consapevole e responsabile in un contesto - come quello attuale - fortemente condizionato dai mezzi mediatici.

Vi preghiamo pertanto di diffondere questa lettera il più possibile:

*LETTERA AI GENITORI SULLA "NUOVA INFLUENZA"*


Cari genitori,

ogni giorno parliamo della nuova influenza, e mi chiedete se sia utile e sicuro vaccinare i bambini.

La mia risposta è NO! Un 'no' motivato e ponderato, frutto delle analisi delle conoscenze fornite dalla letteratura medica internazionale. Un 'no' controcorrente perché molti organismi pubblici, alcune società scientifiche e i mezzi di comunicazione trasmettono messaggi differenti:
avranno le loro ragioni.

Influenza stagionale e influenza A/H1N1: alcuni dati a confronto

L'epidemia, iniziata in Messico nel 2009, è di modesta gravità: il virus A/H1N1 si è dimostrato meno aggressivo della comune influenza stagionale. Si manifesta come qualsiasi forma influenzale: febbre, mal di testa, dolori muscolari, nausea, diarrea tosse. Non sarà l'unica patologia che colpirà i bambini in questo inverno, e non sarà facile distinguerla dai circa 500 (tra tipi e sottotipi) virus capaci di infettare i bambini. I test rapidi per identificare il virus dell'influenza A hanno poca sensibilità (dal 10 al 60%). Il test quindi non garantisce con certezza se si tratti di influenza A/H1N1.

Sembra però essere un virus molto contagioso, ed è stato dichiarato lo stato di pandemia. La sola parola-pandemia-fa paura. Ma questa definizione è stata appositamente modificata, facendo scomparire il criterio della gravità, cioè della mortalità che la malattia può provocare. La nuova influenza può colpire più persone, pare, ma provoca meno morti di qualunque altra influenza trascorsa. La mortalità, ossia il numero di persone morte rispetto ai casi segnalati, registrata finora nei paesi dove l'A/H1N1 è circolato ampiamente è dello 0,3% in Europa e dello 0,4% negli USA. In realtà potrebbe essere ancora inferiore. Perché generalmente i casi con sintomi lievi sfuggono alla sorveglianza (e quindi i contagiati possono essere molti di più), ed alcuni decessi possono essere dovuti ad altre cause e non al virus (anche se ad esso viene data la responsabilità).

Non deve meravigliare: purtroppo si può, e si muore, di influenza, se si soffre di una patologia cronica, di una malformazione organica, di una malattia immunitaria, o se si è anziani.

Le cifre variano in base alla fonte dei dati. Per esempio in Gran Bretagna sono stati registrati 30 morti su centomila casi e negli USA solo 302 su un milione di casi. Nell'inverno australe (che coincide con l'estate in Italia) in Argentina sono morte circa 350 persone, in Cile 128 ed in Nuova Zelanda 16. Quasi alla fine dell'inverno australe, sinora nel mondo intero si sono avuti 2501 decessi. Per fare un paragone, si calcola che in Spagna, durante un inverno "normale" i decessi per influenza stagionale sono circa 1500-3000.

La mortalità per influenza A riguarda prevalentemente persone di età minore di 65 anni, in quanto i soggetti di età superiore sembrano avere un certo grado di protezione, a seguito di epidemie passate dovute a virus simili.

Il 90% dei decessi per influenza stagionale riguarda persone sopra i 65 anni di età, l'influenza A colpisce invece prevalentemente persone di età inferiore (solo il 10% dei casi mortali si colloca nella fascia di età sopra i 65 anni). Ma, in numero assoluto, l'influenza A provoca pochi decessi tra i giovani; negli USA ogni anno muoiono per influenza stagionale circa 3600 persone sotto i 65 anni, mentre finora ne sono morte 324 nella stessa fascia di età per influenza A. In Australia ogni anno per l'influenza stagionale muoiono circa 310 persone sotto i di 65 anni. A inverno ormai terminato, ne sono morte 132 per influenza A, di cui circa 119 sotto i 65 anni.

Perchè allora il panico?

Quanto successo nei Paesi dell'Emisfero australe ci rassicura: l'influenza A semplicemente arriva a colpire (leggermente) molte persone. Eppure i mezzi di informazione hanno creato il panico. E' un tipico esempio di "invenzione delle malattie" (disease mongering). Non si tratta della prima volta. Nel 2005 l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva previsto fino a sette milioni di morti per l'influenza aviaria. Alla fine i morti furono 262. Si tratto' di un gravissimo errore prognostico?

Secondo una delle maggiori banche di affari del mondo (JP Morgan) l'attuale vendita di farmaci anti-influenzali e di vaccini muoverebbe un giro di oltre 10 miliardi di dollari.

I medicinali funzionano?

Non esiste alcun trattamento preventivo: i farmaci antivirali, Oseltamivir (Tamiflu) e Zanamivir (Relenza), non prevengono la malattia e su individui già ammalati l'azione dimostrata di questi farmaci è di poter accorciare di mezza giornata la durata dei sintomi dell'influenza. Né va dimenticato che gli antivirali possono causare effetti collaterali importanti. Il 18% dei bambini in età scolare del Regno Unito, a cui è stato somministrato l'Oseltamivir contro l'A/H1N1, ha presentato sintomi neuropsichiatrici e il 40% sintomi gastroenterici.

...E i vaccini?

I vaccini contro il nuovo virus A/H1N1 sono ancora in fase di sperimentazione. Nessuno è in grado di sapere se e quanto saranno efficaci e sicuri, ma vengono pubblicizzati, con gran clamore. Basta che il virus cambi (per mutazione, o per riassortimento con altri virus) per rendere inefficace il vaccino già messo a punto. Sulla sicurezza sia l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che l'Agenzia del farmaco europea (EMEA) dichiarano necessaria un'attenta sorveglianza. Alcuni vaccini sono allestiti con tecnologie nuove e saranno testati su poche centinaia di bambini e adulti volontari, e soltanto per pochi giorni.

Il vaccino che meglio conosciamo, quello contro l'influenza stagionale, sappiamo che ha un'efficacia del 33% tra bambini e adolescenti e che è assolutamente inutile nei minori di due anni. Esistono anche dubbi circa la sua efficacia negli adulti e negli anziani.

Non conosciamo la sicurezza del vaccino per l'influenza A, ma ricordiamo che nel 1976 negli USA fu prodotto un vaccino simile, anche allora con una gran fretta per un pericolo di pandemia, ed il risultato fu un'epidemia di reazioni avverse gravi (sindrome di Guillan-Barrè, una malattia neurologica), per cui la campagna di vaccinazione fu subito sospesa. La fretta non è mai utile, tanto più per fermare un'influenza come quella A, la cui mortalità è così bassa. Conviene non ripetere l'errore del 1976.

Un'altra motivazione a favore della vaccinazione è il cercare di ridurre la circolazione del virus A/H1N1 per diminuire le opportunità di ricombinazione con altri sottotipi. Ma attualmente non esistono strumenti o modelli teorici per prevedere una eventuale evoluzione pericolosa del virus. Sul piano teorico, proprio la vaccinazione di massa potrebbe indurre il virus a mutare in una forma più aggressiva.

Come curarsi?

Per curare l'influenza A occorrono: riposo, una buona idratazione, una alimentazione adeguata, una igiene corretta. Non si deve tossire davanti agli altri senza riparare naso e bocca, bisogna evitare di toccarsi il naso, la bocca, gli occhi, facili vie di accesso dei virus, occorre lavarsi le mani spesso ed accuratamente con acqua e sapone. Non è dimostrato che l'uso di mascherine serva a limitare la propagazione dell'epidemia.

Se decidete comunque per la vaccinazione, vi verrà richiesto di firmare il "consenso informato", una informativa sui rischi. Leggetelo bene, prima di decidere, chiedete informazioni scritte sui benefici e i rischi. Chiedete e chiediamo insieme, per tutti i vaccinati, che sia attivato un programma di sorveglianza attivo, capace davvero di registrare e trattare i gravi problemi di salute che possono presentarsi dopo la vaccinazione. Chiedete e chiediamo che si prevedano risorse economiche per l'indennizzo ai danneggiati.
Chiediamo di non speculare sulla salute e sulla paura.


Dott. Eugenio Serravalle,
Specialista in Pediatria Preventiva, Puericultura-Patologia Neonatale


Pisa 6 settembre 2009

Per la stesura della lettera ho utilizzato quanto scritto dal Dr J. Gérvas:
http://www.equipocesca.org/Gripe
https://mail.sns.it/Redirect/www.equipocesca.org/Gripe_A, paciencia y
tranquilidad
http://www.equipocesca.org/wp-content/uploads/2009/08/gripe-a-paciencia-y-
tranquilidad-9.doc
https://mail.sns.it/Redirect/www.equipocesca.org/wp-content/uploads/2009/08
/gripe-a-paciencia-y-tranquilidad-9.doc.
e la Lettera aperta sulla nuova influenza dell'Associazione Culturale Pediatri.

Eugenio Serravalle
autore di Bambini super-vaccinati

http://www.bambinonaturale.it/detail.asp?IDN=30344&IDSezione=56

grazie a Claudio per averla postata

venerdì 28 agosto 2009

INSEGNAMENTI DI YOGA PER BAMBINI - TORINO 26 -27 SETTEMBRE 2009

Il 26 e 27 settembre si svolgerà a Torino un fine settimana di insegnamenti di Yoga per bambini.
I temi trattati saranno vari, teorici e pratici ( più che altro pratici!).
Il seminario è rivolto sia a chi pratica già lo Yoga che a chi ne conosce poco,l'unico requisito è il desiderio di acquisire nuove conoscenze, di apprendere alcune semplici, fondamentali tecniche per offrire ai bimbi le meraviglie dello Yoga.

Queste in linea generale gli argomenti che tratteremo

1. Yoga bimbi : dalla teoria alla pratica

2. Magic box - gli strumenti indispensabili dello yoga per bambini

3. Imparare a leggere con le posizioni Yoga

4. I mudra dei bambini

5 . Il morbido cambiamento: massaggio,rilassamento, meditazione, canti.

6. Esperienze nelle scuole: i progetti nei nidi e nelle scuole dell'infanzia.

Le iscrizioni saranno chiuse il 10 di settembre, i posti sono quasi esauriti,











NUOVO! Un sito per conoscere meglio l'India www.inindia.it
NUOVO ! Blog sullo Yoga per bambini http://bimbinyoga.blogspot.com/
Associazione per il Neo Umanesimo www.apnu.net
Blog sulla salute, lo Yoga e news varie http://yogaesalute.blogspot.com/
Neo Umanesimo - canale di You Tube http://www.youtube.com/user/neoumanesimo

domenica 16 agosto 2009

LE NOSTRE STRAORDINARIE MANI - VIDEO SUPERQUARK




TRATTO DA "MASSAGGIO ZONALE DELLA MANO" E. kliegel

COSA C'E' NEI VACCINI?




Nei vaccini sono stati scoperte sostanze velenose e altamente tossiche che possono causare gravi patologie


Una interessante informazione storica: la maggiore causa del declino dell'Impero Romano, dopo seicento anni di dominio mondiale, fu la sostituzione delle pietre usate per fabbricare gli acquedotti con tubi di piombo per il trasporto e il rifornimento di acqua potabile. Gli ingegneri romani, considerati i migliori nel mondo, trasformarono così i loro concittadini in storpi neurologici.

NEI VACCINI SONO STATI SCOPERTI:

Mercurio (thimerosal):
una delle sostanze più velenose conosciute dalla scienza. Il mercurio causa gravi patologie al cervello, intestino, fegato, midollo e reni. Anche piccolissime quantità possono causare danni ai nervi. I sintomi della tossicità da mercurio sono simili a quelli dell'autismo.

Solfato ammonico (sale):
agente velenoso sospettato di causare danni all'apparato gastrointestinale, al fegato, al sistema nervoso e al sistema respiratorio.

Beta-propiolactone:
può causare cancro. Sostanza velenosa sospettata di provocare danni all'apparato gastrointestinale, al fegato, al sistema respiratorio, alla pelle e agli organi sensoriali.

Lieviti modificati geneticamente di animali, batteri e DNA virale, possono essere incorporati nel DNA di colui che viene vaccinato e causare sconosciuti mutamenti genetici.

Gomma lattice:
può causare reazioni allergiche mortali.

MSG, monosodio glutammato:
è in fase di studio in quanto sospettato di causare gravissimi gruppi mutageni e teratogeni che possono causano malformazioni in quanto interagiscono sui meccanismi riproduttivi e di sviluppo embrionale. È una neurotossina che può provocare reazioni allergiche sconosciute che non vanno certo trascurate.

Alluminio:
provoca danni al cervello; fattore sospetto nell'Alzheimer, demenza convulsioni e stati comatosi. può provocare reazioni allergiche sulla pelle.

Formaldeide (formalina):
elemento componente del fluido per imbalsamare. È velenoso se ingerito. Questa sostanza è una probabile causa del cancro. È estremamente tossico per l'apparato gastrointestinale, per il fegato, per il sistema immunitario, per il sistema nervoso, per l'apparato riproduttivo e respiratorio. È collegato alla leucemia, al cancro al cervello, al cancro del colon e al cancro linfatico.

Microrganismi:
composto di agenti virali vivi o morti oppure da batteri o loro tossine. Il vaccino contro la polio, contaminato con un virus di scimmia, ora si è propagato nelle ossa umane, nelle sacche dei polmoni (Mesotelioma). Causa Tumori del cervello e linfoma.

Polisorbato 80:
è conosciuto come causa di cancro negli animali.

Tri(n)butylphosphate:
sospettato di essere velenoso per reni e nervi.

Glutaraldehyde:
velenoso se ingerito. Causa difetti nelle nascite degli animali sperimentali.

Gelatina:
prodotta da pezzi scelti di pelle di vitelli e vacche; ossa di vacche e pelle di maiale demineralizzati. Si sono registrate reazioni allergiche.

Gentamicin Sulfate and Polymyxin B (antibiotico):
reazioni allergiche che vanno da leggere a mortali.

Neomycin Sulfate (antibiotico):
interferisce con l'assorbimento della vitamina B6. Un errore nell'uso di B6 può causare una rara forma di epilessia e rallentamento mentale. Reazioni allergiche che vanno da leggere a mortali.

Phenol/phenoxyethanol (2-PE):
è utilizzato come anticongelante. È un agente tossico per tutte le cellule e capace di bloccare i meccanismi che governano il sistema immunitario.

Cellule umane e animali:
cellule umane assorbite dal tessuto di un feto, da albumina umana, sangue di maiale, di cavallo, cervello di coniglio, porcellini sperimentali, reni di cane, cuore di vacca, reni di scimmia, uova di gallina, di papera, sangue di pecora ed altro.

A cura:
Dr. Stephen Sherry's Vaccine Presentation to the SPD Bay Area Resource Group, San Jose, CA, Febbraio 2005

Traduzione e adattamento linguistico a cura di Ester Capone

Fonte: EcPlanet

www.ecplanet.com