PRECARI-DISOCCUPATI, ISTITUTI AL FREDDO, TEMPO “PIENINO”: L’ULTIMA INCHIESTA DI “PRESA DIRETTA”
DOMENICA 14 FEBBRAIO RAI 3 ORE 21,30
“N on ci sarà nessun taglio alla scuola. Sulla
scuola troppe cose divorziano con la realtà.
Dalla sinistra stanno arrivando messaggi assolutamente
falsi e inutili allarmismi” – questo aveva
detto Silvio Berlusconi nell’ottobre del 2008.
Non è vero. E chiunque stasera guarderà “La scuola
è fallita” se ne potrà rendere conto. A cominciare
dal taglio più drammatico, quello dei posti
di lavoro: ve li ricordate i precari della scuola sui
tetti dei provveditorati d’Italia? Sono scesi dai
tetti e quest’anno non lavorano. E sono migliaia.
Molti concentrati al sud. Li abbiamo seguiti a Messina,
per esempio, nel momento in cui venivano
assegnate le cattedre: meno della metà di quelle
dell’anno scorso. E ci sono voluti polizia e carabinieri
per frenare la rabbia dei precari rimasti
senza lavoro. Li abbiamo seguiti mentre affollano
gli uffici scolastici delle città e delle provincie del
nord: come una volta facevano gli operai
che venivano per lavorare nelle fabbriche,
arrivano con le valigie fin dentro gli uffici,
senza una casa, senza una rete familiare,
nella speranza di prendere una supplenza
medio lunga con uno stipendio da fame. Al
Provveditorato di Milano incontriamo una
coppia siciliana; la moglie ha appena preso
una supplenza annuale e così per un anno
si divideranno i figli: quello più piccolo
verrà a vivere a Milano con la madre, quello
più grande rimarrà in Sicilia con il padre.
Migliaia di storie come queste, di gente che
improvvisamente si è trovata senza un lavoro,
senza un reddito, senza un ruolo. E
tutto questo nel bel mezzo di una crisi economica
terribile. Abbiamo poi documentato
i vuoti che queste persone hanno lasciato
nelle scuole e abbiamo scoperto che
la loro assenza si vede, eccome se si vede:
mancano gli insegnanti di sostegno, mancano
i supplenti, mancano i professori . E
mancano i soldi. Il ministero dell’Istr uzione,
infatti, deve alle singole scuole un miliardo
di euro per il funzionamento ordinario.
Il risultato è che il sistema pubblico
italiano agonizza al punto che non c’è attività
extra che non comporti la richiesta di un contributo
delle famiglie: con i soldi del ministero
infatti la scuola pubblica italiana non riesce neanche
a comprarsi i pennarelli. Siamo stati con le
nostre telecamere vicini ai presidi che fanno i
salti mortali per cercare di garantire lo stesso un
servizio almeno sufficiente. E abbiamo visto anche
quelli che nonostante tutti gli sforzi non ce la
fanno: scuole dove mancano addirittura le classi e
i ragazzi passano tutto il tempo a spostarsi da
un’aula all’altra, scuole senza riscaldamento e
senza laboratori, senza palestre, senza materiali
tecnici e senza professori. Abbiamo girato le scene
dei bambini delle elementari mentre vengono
parcheggiati tra una classe e l’altra perché non ci
sono i soldi per chiamare i supplenti e anche il
tabù del Tempo Pieno – vi ricordate le dichiarazioni
del ministro : “Le famiglie non si devono
preoccupare perché non toccheremo il tempo
pieno” – è stato violato. Ogni anno diventa sempre
più difficile per le scuole garantirlo, e così
diventa tempo “pienino” e via via sempre più
piccolo per ore e attività offerte, e sempre meno
ricco. Poi ci sono le scuole private e le scuole
paritarie a pagamento: in Lombardia da dieci anni
vengono anche finanziate con i soldi pubblici
grazie ai buoni scuola. E sono scuole bellissime.
Ve ne faremo vedere tante, stasera, tra Milano e
provincia. Vedrete quante cose si potrebbero fare,
quante attività creative e sportive, vedrete i
bambini delle elementari perfettamente bilingue
e i ragazzi del Leone XIII di Milano già indirizzati
al Politecnico o alla Cattolica. E toccherete con
mano quante chance in meno per il futuro stiamo
dando ai figli della scuola pubblica.